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domenica 8 maggio 2016

Quod me nutrit me destruit

Sedici giorni sono pochi.
Pochissimi.
Ne vorrei un milione e poi un altro milione.
Ma si sa, la vita non è un ufficio esaudimento desideri.
Ed io sempre fuori tempo, fuori fase, fuori dal mondo.
Lascerei andare se avessi una testa, lascerei perdere.
Ma come si fa quando di testa non te ne rimane, e diventi tutto cuore?
E al cuor non si comanda, casomai è lui che ti comanda.
Ti fa fare cose strane, cose imprevedibili. 
Sottomette i tuoi pensieri e li tinge di rosso o di nero.
Crea, nutre, distrugge.
Ciò che mi nutre mi distrugge.
Quod me nutrit me destruit.

sabato 7 maggio 2016

Silvia, rimembri ancora
Quel tempo della tua vita mortale,
Quando beltà splendea
Negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
E tu, lieta e pensosa, il limitare
Di gioventù salivi?
Sonavan le quiete
Stanze, e le vie dintorno,
Al tuo perpetuo canto,
Allor che all'opre femminili intenta
Sedevi, assai contenta
Di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
Così menare il giorno.
Io gli studi leggiadri
Talor lasciando e le sudate carte,
Ove il tempo mio primo
E di me si spendea la miglior parte,
D'in su i veroni del paterno ostello
Porgea gli orecchi al suon della tua voce,
Ed alla man veloce
Che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,
Le vie dorate e gli orti,
E quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice
Quel ch'io sentiva in seno.
Che pensieri soavi,
Che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
La vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
Un affetto mi preme
Acerbo e sconsolato,
E tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
Perchè non rendi poi
Quel che prometti allor? perchè di tanto
Inganni i figli tuoi?
Tu pria che l'erbe inaridisse il verno,
Da chiuso morbo combattuta e vinta,
Perivi, o tenerella. E non vedevi
Il fior degli anni tuoi;
Non ti molceva il core
La dolce lode or delle negre chiome,
Or degli sguardi innamorati e schivi;
Nè teco le compagne ai dì festivi
Ragionavan d'amore.
Anche peria fra poco
La speranza mia dolce: agli anni miei
Anche negaro i fati
La giovanezza. Ahi come,
Come passata sei,
Cara compagna dell'età mia nova,
Mia lacrimata speme!
Questo è quel mondo? questi
I diletti, l'amor, l'opre, gli eventi
Onde cotanto ragionammo insieme?
Questa la sorte dell'umane genti?
All'apparir del vero
Tu, misera, cadesti: e con la mano
La fredda morte ed una tomba ignuda
Mostravi di lontano.

...

"La misura dell'amore è amare senza misura"
San Bernardo

giovedì 5 maggio 2016

Nero cristallo: Un giorno di maggio

Nero cristallo: Un giorno di maggio: A volte le parole fanno spazio alle emozioni e a volte le emozioni fanno spazio ai sentimenti. E poi i sentimenti  fanno spazio a...

Un giorno di maggio

A volte le parole
fanno spazio alle emozioni
e a volte le emozioni
fanno spazio ai sentimenti.
E poi i sentimenti 
fanno spazio ai dubbi
e i dubbi, si sa, 
accendono parole
che come molotov maligne
si abbattono sui sentimenti,
e se i sentimenti sono rocce
resistono e non cedono,
ma se i sentimenti sono piume
anche un soffio li disperde.